Quali sono le maggiori Novità Del Decreto Lavoro?

Dallo smart working ai contratti a tempo determinato, Vediamo cosa cambia col nuovo Decreto Legge

 

Novità del Decreto Lavoro

 

Il c.d. “Decreto Lavoro” è stato approvato dal C.d.M. nella simbolica giornata del 1° maggio 2023 ed è stato convertito con legge n. 85/2023 e introduce rilevanti innovazioni in plurimi aspetti che caratterizzano la materia lavoristica, quali ad esempio la fiscalità, le misure assistenziali, gli incentivi alle assunzioni, la sicurezza sul lavoro e la disciplina dei contratti di lavoro. Vediamo brevemente quali sono le principali novità e modifiche, e come cambierà il mondo del lavoro a seguito dell’approvazione di questo provvedimento.

Smart working

È stato prorogato il termine per l’accesso a tale modalità lavorativa per i lavoratori fragili, genitori di under 14 e maggiormente esposti al rischio di contagio da Covid-19, rispettivamente al 30/09/2023, 31/12/2023, 31/12/2024, sempre da attuarsi attraverso specifici accordi da stipulare fra datore di lavoro e lavoratore.


Assegno di inclusione

Introdotto in sostituzione del reddito di cittadinanza, può essere richiesto da nuclei familiari con disabili, minorenni od over 60, in possesso di determinati requisiti reddituali.


Taglio del cuneo fiscale

Per soli 5 mesi (da luglio 2023 a dicembre 2023) alcune categorie di lavoratori subordinati sono esonerate dal versamento dei contributi previdenziali per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti gravanti sulla retribuzione liquidata in busta paga, nelle seguenti misure: – 7% per le retribuzioni fino a circa € 25.000,00 l’anno (corrispondenti a circa 70-80 Euro in più in busta paga); – 6% per le retribuzioni da € 25.000,00-35.000,00 annui (corrispondenti a circa 90-100 Euro in più in busta paga).

Incentivi per le assunzioni:

I datori di lavoro possono ottenere, per la durata di 12 mesi, un incentivo pari al 60% della retribuzione lorda da corrispondere in caso di assunzione entro la fine dell’anno 2023 di giovani under 30, non inseriti in corsi di studio e/o formazione e iscritti al Programma Operativo Nazionale Iniziativa Occupazione Giovani. Sono poi previste ulteriori misure incentivanti l’assunzione di persone disabili.


Somministrazione di lavoro

Sono stati eliminati i limiti percentuali relativi alle assunzioni con contratto di apprendistato in regime di somministrazione e quelli quantitativi in caso di somministrazione a tempo indeterminato di specifiche categorie di lavoratori (in mobilità, disoccupati non del settore agricolo).


Sicurezza sul lavoro

Vengono introdotti obblighi ulteriori per il datore di lavoro corredati di rilevanti sanzioni, in particolare in tema di nomina del medico competente, qualora richiesto dal documento di valutazione dei rischi, e in tema di formazione specifica dei dipendenti, in caso di svolgimento di attività professionali che richiedono l’utilizzo di determinate attrezzature di lavoro. Inoltre, sono stati estesi ai lavoratori autonomi esercenti la propria attività in determinati settori alcune misure volte alla sicurezza e alla tutela della salute già previste per i lavoratori subordinati che svolgono le proprie mansioni presso le aree di cantiere. Infine, è stato istituito un Fondo per i familiari degli studenti vittime di infortuni in occasione delle attività formative.


Voucher e prestazioni occasionali

Aumenta la soglia di utilizzo di tale modalità di lavoro subordinato, da 10.000,00 a 15.000,00 €, ma solo in alcuni settori e solo le imprese che hanno alle proprie dipendenze fino a 25 lavoratori subordinati a tempo indeterminato.


Semplificazione dell’informativa al lavoratore al momento dell’assunzione

Il contratto individuale di lavoro non deve più riportare espressamente alcune condizioni del rapporto, ma sarà sufficiente il rinvio alla contrattazione collettiva applicabile. In particolare, non occorre più indicare espressamente:

    • la durata del periodo di prova;
    • il diritto a ricevere la formazione erogata dal datore di lavoro;
    • la durata del congedo per ferie nonché degli altri congedi retribuiti cui ha diritto il lavoratore
      la procedura, la forma e i termini del preavviso in caso di recesso del datore di lavoro o del lavoratore;
    • l’importo iniziale della retribuzione
    • la programmazione dell’orario normale di lavoro e le eventuali condizioni relative al lavoro straordinario e alla sua retribuzione, nonché le eventuali condizioni per i cambiamenti di turno;
    • le informazioni, qualora il rapporto di lavoro non preveda un orario normale di lavoro programmato, riguardanti la variabilità della programmazione del lavoro;
    • gli enti e gli istituti che ricevono i contributi previdenziali ed assicurativi dovuti dal datore di lavoro.

Contratti a tempo determinato

Il decreto mostra una netta inversione di tendenza rispetto al c.d. “Decreto dignità”, che aveva introdotto una serie di causali specifiche per il rinnovo dei contratti di lavoro a tempo determinato, finalizzate ad evitare l’eccessivo ricorso a tale forma contrattuale. Attualmente, per consentire un uso più “flessibile” di tale tipologia contrattuale, è possibile il rinnovo dei contratti a termine – sempre entro i 24 mesi – per le seguenti causali:

    • nei casi previsti dai contratti collettivi
    • per esigenze di natura tecnica, organizzativa o produttiva, individuate dalle parti, in caso di mancato esercizio da parte della contrattazione collettiva, e in ogni caso entro il termine del 31 dicembre 2024
    • per sostituire altri lavoratori.

Viene infine modificata la durata del periodo di prova nel rapporto di lavoro a tempo determinato, fissata in un giorno di effettiva prestazione per ogni quindici giorni di calendario, precisando che, in ogni caso, tale periodo non può essere inferiore a due giorni.

In sintesi, il provvedimento riforma piccoli aspetti della materia lavoristica, non alterandone però la struttura fondamentale, i principi e criteri direttivi, da un lato con l’obiettivo di flessibilizzare il mercato del lavoro e, dall’altro, tentando di offrire strumenti giuridici ed economici a sostegno delle classi lavoratrici più svantaggiate. Ad oggi è difficile comprendere se, effettivamente, con queste misure entrambi gli obiettivi saranno raggiunti nel fornire supporto agli inoccupati e ai lavoratori appartenenti alle classi retributive inferiori, ma pare dubitabile che queste incideranno concretamente sulla situazione occupazionale del mercato del lavoro interno e sulla sempre maggiore disparità sociale/economica che caratterizza il nostro Paese.

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