Sono sempre di più i casi di ludopatia in famiglia, con effetti devastanti non solo per il soggetto ludopatico ma per tutto il nucleo. In questo articolo cercherò di spiegare quali sono le armi che possono usare i famigliari per tutelare la persona interessata, se stessi e il proprio patrimonio.

Se per la maggior parte degli individui il gioco d’azzardo rimane un’attività ludica priva di importanti conseguenze negative, per una certa percentuale di persone (circa il 5-15%), l’azzardo da momento di svago – diventa un problema, con gravità crescente, tanto più il suo utilizzo si trasforma in un fenomeno compulsivo. Infine, in circa il 2-3 % della popolazione, il gioco diviene una vera e propria malattia, la c.d. Dipendenza da Gioco d’Azzardo (o Ludopatia), ossia una vera e propria ossessione da cui il giocatore non riesce a liberarsi, del tutto e in tutto simile a quelle per alcol e sostanze stupefacenti.

Secondo gli ultimi studi più accreditati questa patologia – i cui tratti più significativi possono essere individuati anche tramite la somministrazione di un specifico test del  South Oaks Gambling Screen (SOGS) – può essere originata dalla presenza di differenti e numerosi fattori concausali: a) predisposizione genetica; b) caratteristiche caratteriali specifiche, impulsività, difficoltà nel comprendere o nel gestire le proprie emozioni…; c) diffusione e promozione sociale del gioco d’azzardo. Gli stessi studi chiariscono cbe le motivazioni personali che  rendono l’azzardo così attraente e popolare sono indubbiamente: la speranza di un guadagno facile, di cambiare la propria vita, di riscatto sociale, ma soprattutto le forti emozioni (connesse al rischio), che da molte persone sono percepite come particolarmente piacevoli e stimolanti.

E’ poi agevole comprendere che il gioco d’azzardo patologico sta assumendo contorni e caratteristiche ancor più preoccupanti grazie alla massiva diffusione di internet ed il dilagare di poker e siti di scommesse on-line: è sufficiente infatti possedere un pc ed una carta di credito rimanendo comodamente nel proprio appartamento senza neanche più doversi recare al tavolo da gioco; condizioni, queste, che aumentano anche l’isolamento sociale in cui il giocatore viene a trovarsi.

L’ impulso irrefrenabile a continuare a ripetere il comportamento di gioco connessa alla necessità di giocare sempre di più – sintomi comuni di questa patologia – portano inevitabilmente ad una spirale di fallimento sia personale che molto spesso anche della famiglia di cui la persona fa parte. La condizione patologica del ludopatico incide in maniera estremamente grave e pervasiva non solo sulla vita del soggetto ludopatico, ma anche delle persone che gli vivono accanto, potendo compromettere l’equilibrio familiare oltre che la situazione finanziaria e lavorativa e, talvolta, portando alla dipendenza ad altre sostanze (come alcool e droga) o, peggio, al suicidio. Ma non solo.  La larga diffusione di questo fenomeno ha grandi riflessi anche sul piano dell’ordine e della sicurezza pubblica, delle frodi e della criminalità organizzata (a causa dell’indebitamento e della necessità di reperire denaro, anche a tassi usurai) nonché naturalmente sul piano fiscale.

 

LUDOPATIA IN FAMIGLIA 

Come accennato, a subire le conseguenze più devastanti della ludopatia è la famiglia, quindi i figli, i coniugi e gli altri famigliari, i quali percepiscono l’entità del danno, del disagio e del problema, senza tuttavia riuscire concretamente ad aiutare la persona che, come noto, solitamente tende a negare la dimensione del fenomeno e, con ciò, ad accettare cure o percorsi riabilitativi; la mancata risoluzione del problema genera inevitabilmente sia gravissimi disagi sulla psiche dei familiari e sulle diverse relazioni affettive intercorrenti del nucleo stesso no ovviamente anche pesantissime conseguenze sul piano economico, come ingenti perdite di denaro, di rapporti di rapporti di lavoro in corso, di abbandono degli studi, nonché oggettivi rischi legali connessi alla perdita di gran parte del patrimonio sia immobiliare che mobiliare ed anche, in talune ipotesi, di sottrazioni improprie di denaro da parte del ludopatico, irrefrenabilmente compulsato dal gioco. 

Tuttavia, il più delle volte il giocatore compulsivo non ammette di avere un problema e non riesce a chiedere aiuto nemmeno con il supporto della famiglia; sotto il profilo legale evidente che il rischio più che concreto è che il patrimonio della persona affetta da questa patologia venga concretamente aggredito in via esecutiva da parte dei creditori, con tutte le conseguenze che da ciò ne derivano anche in capo ai familiari e, in particolare, ai figli, al coniuge ed agli eredi in generale. Infatti, sul punto  va considerato che il nostro ordinamento prevede – quale principio generale di garanzia patrimoniale – quello sancito dall’art. 2740 c.c., in forza del quale il debitore risponde delle obbligazioni contratte con tutti i suoi beni, presenti e futuri; ciò significa che, in caso di inadempimento, i creditori possono aggredire con atti di esecuzione forzata tutti i beni di proprietà del debitore al fine di vedere riconosciuto il proprio diritto di credito.

Ecco allora che, per evitare dissesti finanziari, la legge prevede dei meccanismi di tutela che possono essere adottati anche da soggetti diversi dal giocatore seriale. L’istituto più utile in questo caso è l’amministrazione di sostegno – di cui mi sono già occupato in questo articolo – che costituisce uno strumento efficace, attivabile anche da parte dei familiari tramite un procedimento destrutturato ed informale davanti al Tribunale competente per territorio, che prevede l’audizione personale dell’amministrando e sfocia nella nomina di un familiare od un professionista iscritto in un albo speciale nominato dal Giudice Tutelare. 

Inoltre, per tentare di evitare il recupero da parte dei creditori si può fare ricorso agli istituti del fondo patrimoniale e della donazione; ciò in quanto entrambe le fattispecie prevedono che il proprietario si spoglia della proprietà del bene che viene trasferita, nel primo caso, in un fondo all’interno del quale vengono fatti confluire tutti i beni immobili destinati al sostentamento della famiglia e, nel secondo, ad un soggetto terzo.

Tuttavia, va rimarcato che questi strumenti di protezione potranno rivelarsi concretamente efficace solo se attuati nella fase preventive o comunque in un momento in cui la situazione debitoria del giocatore non sia ancora conclamata e/o compromessa; infatti, qualora il debito si è già stato contratto e/o – a seconda dei casi – il beneficiario sia ben a conoscenza della motivazione sottesa all’atto, il creditore potrà agevolmente accertare in giudizio l’inefficacia nei suoi confronti della disposizione, tramite l’azione revocatoria ordinaria prevista dall’art. 2901 c.c. 

Pertanto, l’essere tempestivi può essere indubbiamente un fattore decisivo, sia per aiutare la persona a tutelare la sua salute, sia sotto per tutelare il di lui e Vostro patrimonio; se notate che un familiare incomincia ad affezionarsi troppo intensamente alla mania del gioco, il consiglio legale quello di correre subito ai ripari e rivolgersi alle strutture di sostegno di tali dipendenze; infatti, gli esperti sostengono che sperare che un ludopatico smetta da solo, non è soltanto un’illusione, ma è concedere al giocatore la possibilità di portare l’intera famiglia al fallimento totale sotto ogni punto di vista. 

A questo scopo, la persona interessata o il familiare si possono rivolgere ai centri specializzati di cura, agli psicologi, a diverse comunità ed associazioni di sostegno che si dedicano a questa specifica patologia, nonché anche alle Asl di competenza territoriale, che già da diversi anni si sono dotate di un servizio per le dipendenze al quale l’interessato.